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Il Rubino Si presenta di colore rosso vivace, dovuto a inclusioni di cromo, ma può assumere varie tonalità di questo colore, che vanno dal rosso più vivo, anche detto "sangue di piccione", al rosato (tipico di rocce metamorfiche generatesi per metamorfismo di contatto di sedimenti alluminiferi e di marmi dolomitici). Data l'elevata durezza, una delle giaciture tipiche è quella secondaria in depositi alluvionali. Le sue dimensioni solitamente non sono eccezionali e sono molto legate alla trasparenza; per questo si ritengono eccezionali i rubini limpidi che superano i 10 carati. Sempre in base alla qualità, si utilizzano varie tipologie di taglio. Il rubino è una gemma molto rara e nell'antichità altre gemme di colore rosso vennero spesso scambiate per rubini, finché i moderni mezzi gemmologici non permisero un'analisi più accurata del tipo di cristallo; anche al giorno d'oggi, sia per la sua limitata produzione, sia per la grande bellezza, può capitare che per rubino venga spacciata un'altra gemma, utilizzando altri minerali come lo spinello (Rubino balascio), varietà di granato come l'almandino e il piropo (Rubino di Boemia), lo zircone rosso, il topazio (Rubino del Brasile) e la tormalina (Rubino di Siberia).

Miniere principali
Afghanistan, Groenlandia, Kenya, Madagascar, Malawi, Mozambico, Myanmar, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Tagikistan, Tanzania, Thailandia, Vietnam

Caratteristiche Rubino
Questa pietra preziosa non è altro che la varietà più nobile di corindone. Esso in natura spicca per la sua durezza, basti pensare che raggiunge una durezza di tipo 9 della Scala di Mohs. Come già anticipato, il rubino si contraddistingue per il colorito rosso dovuto all’ossido di cromo, che può essere di differenti tonalità, dal rosso più acceso a quello maggiormente rosato. Questa peculiarità è comune alle rocce metamorfiche originatesi in seguito a metamorfismo di contatto con marmi dolomitici e sedimenti alluminiferi.
La qualità del rubino è determinata da diversi fattori, il più importante è il colore. Il rubino migliore ha un colore rosso vivido con una leggera sfumatura porpora.
La tonalità di colore più diffusa in commercio è quella rosso sangue scuro con piccole sfumature bluastre. Essa è famosa con il nome di rubino birmano. Non a caso la tipologia birmana è quella più conosciuta al mondo proprio in virtù della sua tonalità oltre che della finezza della pietra.
Il colore del rubino di solito è dovuto a delle impercettibili incursioni di cromo.
La saturazione del colore dipende infatti dalla quantità di cromo presente nel corindone. Visto che il cromo determina anche fluorescenza, un rubino di qualità deve avere nella propria composizione anche tracce di ferro, materiale che inibisce la fluorescenza.
La fluorescenza è un aspetto che può agevolare nell’identificarlo, visto che, se osservato da prospettive diverse, può presentare un colorito maggiormente brillante ed intenso.
Se confrontate a quelle di altre pietre preziose, le dimensioni del rubino sono piuttosto ridotte, visto che strettamente connesse alla sua trasparenza. L’ambiente in cui il rubino si forma rende difficile la crescita del cristallo. Infatti attualmente i rubini limpidi che presentano una caratura superiore a 10 sono reputati molto rari. Di solito i rubini migliori sono quelli tagliati a faccette ed in base al livello di trasparenza il taglio muta sino a quella denominato cabochon, un tipo di taglio reputato il migliore per mettere maggiormente in risalto il fenomeno dell’asterismo..

Tipologie Rubino
I rubini si differenziano tra loro in base a sfumature e tonalità di rosso, i più conosciuti sono i rubini di Birmania, che si contraddistinguono per la loro particolarissima tonalità di rosso. Vi è il rubino fuchsite, ottenuto quando i cristalli di corindone si trovano all’interno della pietra verde della fuchsite.
Il medesimo discorso vale per il rubino zoisite, pietra preziosa che si trova in Tanzania che origina un contrasto con il rosso opaco del rubino ed è impiegato negli ornamenti unitamente ad altre pietre preziose di minore importanza.
La Birmania è il paese al mondo dove vengono prodotti più rubini. In modo particolare, nella sua parte centrale è possibile trovare le pietre più belle e grandi, basti pensare che dai giacimenti birmani vengono estratti rubini della grandezza di oltre cinquanta carati allo stato grezzo. Anche lo Sri Lanka è una nazione famosa per la produzione di rubini, anche se le pietre estratte dai suoi giacimenti sono caratterizzate da una tonalità di rosso meno intensa. I rubini della Tailandia invece presentano una tonalità rosso scura ma sono meno puri.
Altri paesi famosi per la produzione di rubini sono l’Austria, l’Afghanistan, il Brasile e gli Stati Uniti. L’appellativo rubino però viene attribuito anche a diverse altre pietre di valore minore come il Rubino di Boemia, in realtà una varietà di piropo, il Rubino del Brasile ossia il topazio roseo, e il rubino di Siberia, ossia una varietà della tormalina.
Bisogna poi parlare del rubino sintetico. Questa pietra preziosa è stata sintetizzata per la prima volta nel lontano 1902. Il processo attraverso il quale è possibile generare rubini sintetici è denominato di Verneuil e solo gli esperti più accreditati sono in grado di discernere un rubino naturale da uno generato in laboratorio sinteticamente. Questo processo di sintetizzazione è anche conosciuto come metodo di fusione alla fiamma, in pratica il monocristallo di rubino viene di fatto generato in un forno attraverso un procedimento che consiste nella caduta di polveri dall’alto. I rubini così ricavati si presentano trasparenti e dalla forma cristallina.
Dopo l’ideazione del metodo di Verneuil, altri ricercatori cercano di ottenere risultati ancora migliori mettendo in atto ulteriori processi. In sintesi, dopo Verneuil, i ricercatori provarono a sintetizzare i rubini mediante svariati e differenti processi di crescita dei cristalli di corindone, generandoli mediante un misto di Sali fusi, tuttavia. nonostante questi tentativi, il processo di Verneuil è rimasto insuperato nella creazione di rubini riconducibili a quelli naturali sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista estetico.

Utilizzo Rubino
Il rubino è tra le gemme più famose al mondo ed è estremamente impiegato in gioielleria per la creazione di ciondoli, braccialetti, orecchini ed anelli. Infatti, viene utilizzato sia come pezzo principale nella creazione e lavorazione di anelli e ciondoli, che in qualità di pietra di accompagnamento ad altre maggiormente preziose, come per esempio il diamante.
I trattamenti per migliorare l’aspetto dei rubini sono comuni. Il trattamento termico è largamente accettato nel mercato, e, a meno che non è specificato in un certificato, si considera che tutte le gemme siano state trattate in questa maniera.
Il calore ha diversi effetti positivi sulla gemma, visto che agisce sia sul colore che sulla purezza. Questo trattamento, infatti, cancella ogni sfumatura di marrone, permettendo quindi di fare risaltare il rosso, e allo stesso tempo diminuisce la visibilità di alcune inclusioni.
Altri tipi di trattamenti, anche se meno accettati dal mercato, risultano essere la tintura e l’impregnatura.
Il rubino stellato è tra le gemme più ambite e preziose. Si tratta di una pietra caratterizzata dal fenomeno chiamato asterismo, causato da delle inclusioni a forma di ago. Se la pietra viene tagliata a cabochon, la luce viene riflessa mostrando una stella a sei punte.
I rubini di grosse dimensioni sono molto rari e presentano un valore elevato. Basti pensare che un rubino contraddistinto da un colorito rosso intenso e una straordinaria trasparenza può avere un valore superiore ai 1000 dollari a carato.

(Fonte:Wikipedia)

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